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Luce e rumore: i temi del secondo TG

Secondo un’indagine Doxa BVA il 60% degli italiani considera determinante la luminosità della propria abitazione e il 57% ritiene essenziale un basso livello di rumorosità.

Pubblicato il 28 Gennaio, 2021 • di Redazione

Telegiornale HHH a Klimahouse Digital Edition del 28 gennaio

Secondo un’indagine Doxa BVA il 60% degli italiani considera determinante la luminosità della propria abitazione e il 57% ritiene essenziale un basso livello di rumorosità. Nella realtà viviamo in case che non rispondono a questi bisogni: la luce indoor non soddisfa per il 38% degli intervistati, mentre il comfort acustico ne delude il 57%.

In diretta dagli studi di Fiera Bolzano, HHH ha iniziato la giornata di appuntamenti informativi con il TG delle 10:30, oggi dedicato ai problemi connessi alla luce e al rumore, due elementi che, se correttamente progettati, possono incidere sulla qualità del nostro vivere gli ambienti, che siano residenziali, lavorativi, di studio o di cura.

Si è parlato di Biosphera, il modulo sperimentale che simula un’abitazione rigenerativa. La sua quarta release sarà pronta per la Biennale di Venezia e avrà come focus la relazione fra la luce e il benessere, in armonia con i cicli circadiani.  Il tema è stato affrontato anche con il biologo Giuseppe Barbiero, responsabile del Laboratorio di Ecologia Affettiva dell’Università della Valle d’Aosta.

Si è quindi vista una tecnologia, NatureConnect di Signify, pensata per migliorare l’illuminazione degli ambienti di lavoro, in cui spesso la luce è inadeguata rispetto alle esigenze delle persone. Qualche numero per chiarire: il livello di illuminamento all’esterno con sole è pari 80.000 – 90.000 lux, in ombra 5.000 – 9.000 lux, all’interno di un ufficio la luce sul piano di lavoro è intorno ai 500-1.000 lux.

Luce artificiale e naturale devono quindi convivere negli ambienti per garantire la salute. Eppure, troppo spesso la luce è la grande assente della progettazione. Lo ha confermato al TG di HHH il professor Maurizio Rossi del Dipartimento di Progettazione Illuminotecnica del Politecnico di Milano che ha spiegato come la luce debba essere considerata un materiale per l’architettura, vista la sua grande capacità di disegnare forme e volume e dato il suo ruolo di protagonista del benessere personale per il suo ruolo determinante nella definizione dei ritmi biologici degli individui.

Tra le discipline si occupano delle interazioni tra luce e sistemi biologici studiandone gli effetti benefici e dannosi, HHH ha scelto la fotobiologia e presentato un esempio applicato all’agricoltura, ideato dal designer olandese Daan Rosengaarde. Si tratta di Grow 2: ettari di terreno agricolo illuminati da un sistema di luce a led a alta densità che per effetto dei raggi ultravioletti riduce del 50% l’uso dei pesticidi.

Passando poi al comfort acustico: secondo dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità il rumore è la seconda più grave causa ambientale di problemi di salute, subito dopo l’inquinamento atmosferico. Un europeo su cinque, ad esempio, è regolarmente esposto a livelli sonori notturni che potrebbero danneggiare significativamente la salute. Anche in questo caso la ricerca tecnologica gioca un ruolo di primo piano. Fondamentale per lo sviluppo di nuove soluzioni, il rapporto tra industria e centri di ricerca universitari, come ha spiegato Ingrid Paoletti, docente del Politecnico di Milano.

Tuttavia, sebbene alcune vibrazioni producano nel loro insieme suoni sgradevoli, se bene organizzate, possono trasformarsi in melodia e questa può addirittura svolgere un ruolo terapeutico funzionale per numerose patologie. Lo ha testimoniato il dottor Maurizio Grandi, oncologo di Torino.                

Seguendo questo filo, il Tg si è concluso con un collegamento live con Simone Torresin, project manager di Eurac Research che, insieme all’Università di Trento e lo University College di Londra, sta lavorando a un progetto europeo per capire se in casa il rumore dello smart working può diventare un suono familiare positivo.

Evento condotto in studio da Daniela Dirceo e Maria Chiara Voci.