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Terna sceglie una “stazione” sostenibile

L’impianto di Suvereto è sviluppato da Pierattelli Architetture con un progetto che punta sull’uso di materiali del territorio, sull’applicazione di tecnologie per l’aumento del comfort indoor a fronte di una costante riduzione dei consumi e sull’integrazione con il verde.

Pubblicato il 26 Febbraio, 2021 • di Redazione

La terracotta per comporre il disegno delle nuove facciate frangisole. Il verde, con l’impiego di piante autoctone, per la recinzione. Un sistema di illuminazione a LED per valorizzare l’immobile anche di notte, rispettando l’inserimento dell’architettura nel paesaggio. Sono questi gli elementi cardine del progetto firmato da Pierattelli Architettura per la nuova stazione elettrica di conversione di Suvereto: lo studio si è aggiudicato a inizio febbraio il concorso bandito da Terna nell’ambito del più ampio progetto di ammodernamento del SA.Co.I.3, l’attuale collegamento elettrico tra Sardegna, Corsica e penisola italiana, una importante infrastruttura in grado di favorire la riduzione delle perdite di rete e una maggiore integrazione delle fonti rinnovabili.Obiettivo del concorso era raccogliere proposte per la realizzazione di tutti gli elementi che compongono l’opera e l’area circostante, mettendo al centro la qualità degli spazi e l’integrazione con il contesto paesaggistico, naturale e storico. Un richiesta a cui il progetto di Pierattelli Architetture ha risposto proponendo la realizzazione di un  complesso che investe sull’uso di materiali del territorio (la terracotta), sull’applicazione di tecnologie per l’aumento del comfort indoor a fronte di una costante riduzione dei consumi (facciate ventilate e sistemi di illuminazione efficiente) e l’integrazione con il verde.L’edificio principale della futura stazione si caratterizza per il rivestimento della facciata frangisole e ventilata realizzato grazie a un sistema modulare di formelle in cotto – di forma quadrata, rettangolare o a listelli – fissate a cavi di acciaio. La tonalità e la matericità del cotto, rimando al territorio toscano e al paesaggio circostante, è proposta anche nel rivestimento del magazzino, ma con una maglia di rivestimento composta da un’unica tipologia di formella rettangolare. La soluzione, in tutti i casi – oltre ad avere un impatto estetico importante –  rappresenta un sistema semplice e ripetibile nel quale gli elementi (ancorati a una struttura portante composta di profili verticali e trattenuti alle pareti con staffe e tasselli ad espansione) sono facilmente identificabili ed eventualmente sostituibili. Il verde nel progetto rappresenta anch’esso uno strumento progettuale e di mitigazione. Piante autoctone come pini, cipressi ed olivi, essenze tipiche del paesaggio toscano, vengono inserite nel paesaggio preesistente e lungo la strada che porta all’ingresso dell’edificio. Il verde è previsto anche nei moduli della recinzione perimetrale, per mitigarne l’impatto visivo: sul lato interno della muratura a cassoni metallici con pietre a secco è previsto l’inserimento di fioriere in lamiera zincata, con piantumazioni di vite americana. Infine, il progetto illuminotecnico enfatizza le facciate e le loro texture con fari a LED incassati a pavimento che esaltano l’effetto scenografico delle composizioni. Tra gli ulivi sono disposti faretti che illuminano gruppi di alberi sottolineando con discrezione il paesaggio.