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Health Academy: legno o base legno? La salubrità di un materiale

Estratto dall’intervento di Leopoldo Busa, architetto e fondatore di Biosafe.

Pubblicato il 20 Maggio, 2022 • di Angelica Salerno

Legno come sinonimo di salubrità: ma è sempre vera questa relazione? Strutture, rivestimenti, serramenti e arredi devono essere attentamente valutati prima di essere scelti da tecnici e committenti. Grandi differenze intercorrono tra la scelta di legno, come il legno massello, e pannelli a base legno, nei quali è praticamente inevitabile la presenza di colle e conservanti che accompagnano il materiale riciclato.

Analizzando attentamente le diverse certificazioni che garantiscono la qualità del prodotto – che diventano vere e proprie etichette –, il consumatore può compiere la scelta migliore, anche in base all’ubicazione destinata alla struttura in legno. Come si arriva a queste certificazioni? Esistono procedure specifiche per stabilire, ad esempio, il quantitativo massimo di formaldeide – ottimo legante e disinfettante, ma estremamente nocivo – presente nella struttura in legno. Il materiale da costruzione viene inserito in una camera di prova in vetro o acciaio, dove rimarrà per un mese. Terminato questo lasso di tempo si preleva e si analizza un campione d’aria per rilevare il livello di concentrazione di formaldeide presente, facendo in modo che il rapporto tra la superficie del provino e la camera di prova sia di tipo 1 a 1: si considerano 1 metro quadro di superficie emittente e 1 metro cubo d’aria. La camera di prova deve avere particolari condizioni, quali una temperatura di circa 23 gradi centigradi, 45 gradi di umidità relativa e così via, in modo da poter simulare le condizioni presenti nell’abitazione.

Le stanze e gli ambienti di vita quotidiana non saranno mai perfettamente identici alla camera di prova – variano le dimensioni e sono presenti altri mobili –, motivo per cui il rapporto sopra descritto viene meno. Bisogna quindi ricordarsi che la scelta e l’impiego di un materiale certificato non si declina incondizionatamente in salubrità dell’ambiente. Il rapporto reale, peggiorativo rispetto a quello della camera di prova, comporta che il fattore emissivo di formaldeide sia quadruplo rispetto al massimo consentito dalla normativa vigente – ossia 124 microgrammi al metro cubo –, nonostante l’impiego di un materiale certificato. Proprio per questo motivo è fondamentale rivolgere l’attenzione non solo superficialmente ai limiti normativi, ma bisogna valutare anche e soprattutto il reale quantitativo di fattori emissivi, date le circostanze reali.

Anche il cosiddetto «budget VOC» è utile per quantificare il carico inquinante erogato da tutti i materiali presenti nella stanza. Per non riscontrare danni a livello di salubrità, il quantitativo massimo tollerabile di inquinanti ammonta a 300 microgrammi. Considerandoli nel loro insieme, è possibile bilanciare gli inquinanti dei materiali presenti affinché non superino questo standard.