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Muffe e inquinanti biologici

Per trovare una via d’uscita ai problemi, è necessario innanzitutto che questi siano posti nel…

Pubblicato il 29 Maggio, 2023 • di Angelica Salerno

Per trovare una via d’uscita ai problemi, è necessario innanzitutto che questi siano posti nel modo giusto. Anche in questa puntata del podcast Casa e Salute, Damiano Sanelli – referente tecnico dell’ATTA – ci aiuta a entrare nel mondo degli inquinanti biologici, spiegandoci come riconoscerli e, quindi, debellarli.

Le muffe rientrano tra gli inquinanti biologici più dannosi e insidiosi. Le specie esistenti di muffa sono innumerevoli, ma per semplificare possono essere distinte tra muffe visibili e invisibili. Queste spore volatili non si trovano solo sui muri: anche se non ce ne rendiamo conto, infatti, spesso ci circondano negli ambienti in cui viviamo quotidianamente. Si tratta di una problematica estremamente diffusa in case, uffici ed edifici in generale, che può essere generata da molteplici cause, tra cui problemi di condensa – con superfici che rimangono bagnate a lungo – e umidità di risalita capillare. In generale, la formazione di muffa è un fenomeno piuttosto comune anche per via degli interventi di efficientamento energetico a cui sono soggette le abitazioni, e può essere il risultato sia di problemi legati a questioni strutturali sia di errori di gestione dell’abitazione.

La pericolosità maggiore che deriva da questi inquinanti è che, oltre a causare problemi respiratori come asma, allergie e bronchiti, possono provocare seri danni al nostro sistema immunitario. Soprattutto, la pericolosità delle muffe non si attiva solo quando vengono inalate; anche il contatto con gli occhi, infatti, è problematico. «In questo senso – spiega Damiano Sanelli – è fondamentale prestare attenzione a indicatori e sintomi frequentemente sottovalutati: bruciore, fastidio e arrossamento degli occhi, spesso erroneamente attribuiti a stanchezza e stress, sono un primo sintomo della presenza di spore aerodisperse nell’ambiente».

Ambienti scarsamente illuminati o con eccesso di umidità nell’aria sono favorevoli alla proliferazione di muffe. L’umidità può derivare da perdite delle tubazioni, che inumidiscono le superfici dei muri, oppure dal terreno tramite ponti termici, o ancora con infiltrazioni di acqua da tetti e finestre. Ci sono svariati accorgimenti che si possono adottare per prevenire la formazione delle muffe: ventilare correttamente gli ambienti quando si cucina o ci si fa la doccia, ad esempio, è un buon punto di partenza per evitare che si formi condensa sulle pareti domestiche. Ancora, è bene evitare di lasciare asciugare i vestiti in ambienti poco ventilati ed è importante lavare frequentemente tessuti e tendaggi presenti nei bagni e nelle cucine, o in alternativa trattarli con prodotti naturali nebulizzabili. Sono invece da evitare biocidi aggressivi, come i perossidi, e lampade Uv, dannosi per il tessuto e inefficaci su questo tipo di superficie.

«L’umidità ideale degli ambienti per scoraggiare la formazione delle spore dovrebbe essere inferiore al 50-55% e la temperatura dovrebbe essere mantenuta tra i 18 e i 21°C d’inverno e tra i 24 e i 26°C d’estate – ricorda ancora Sanelli. Sistemi di VMC – ventilazione meccanica controllata – possono essere d’aiuto e di supporto nella misura in cui la temperatura interna degli ambienti non sia eccessivamente diversa dalla temperatura esterna, per evitare che si creino sbalzi termici e, quindi, muffe».

Non è mai troppo presto per informarsi e per fare prevenzione. Siamo ormai disabituati a prenderci cura degli ambienti e quindi della nostra salute all’interno di essi, e siamo soliti intervenire solo quando l’emergenza è in corso. Partire da piccoli accorgimenti e attenzioni quotidiane può davvero fare la differenza per prevenire la formazione degli inquinanti, e un’adeguata conoscenza del fenomeno in tutte le sue sfaccettature è utile per orientare le nostre scelte in caso di intervento, evitando di rimuovere superficialmente il problema ma agendo piuttosto in modo profondo e rimuovendo il problema alla radice.

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