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Ventilazione meccanica a scuola: attese le linee guida. Cosa ci dobbiamo aspettare?

La legge 11/2022 di conversione del decreto sullo stato di emergenza dice, in un emendamento, che entro 30 giorni dalla sua pubblicazione (cioè entro il 20 di marzo) sono attese le linee guida sulle specifiche tecniche in merito all’adozione di dispositivi mobili di purificazione e impianti fissi di areazione nelle scuole. La notizia segna un’epoca, ma non rappresenta ancora un traguardo raggiunto. La nostra analisi sulle luci/ombre di un provvedimento tanto atteso, quanto lacunoso.

Pubblicato il 25 Febbraio, 2022 • di Maria Chiara Voci

L’attesa è per il 20 marzo (che, peraltro, è una domenica). Entro questa data scadranno i 30 giorni di tempo per il Ministro della Salute, di concerto con quello dell’Istruzione, per definire le linee guida sulle specifiche tecniche in merito all’adozione di dispositivi mobili di purificazione e impianti fissi di areazione nelle scuole. A prevederlo è un emendamento diventato norma, dopo essere stato inserito nella legge 11/2022 del 18 febbraio scorso. Legge che, a sua volta, ha convertito il DL 221/2021, anche noto come decreto di stato di emergenza. Firmatarie della norma emendata (inserimento sanificatori d’aria tra i beni acquistabili con i fondi del decreto sostegni) sono Simona Malpezzi (capogruppo PD al Senato) e Manuela Ghizzoni (referente scuola PD), che hanno fatto propria una proposta del Comitato IdeaScuola (proposta che, per la verità, era stata sottoposta a tutte le forze politiche).

La notizia segna un’epoca, ma non rappresenta a nostro parere ancora un traguardo raggiunto. E neppure il 20 marzo il goal sarà realtà.  Per diverse ragioni. Se da una parte, a poco a poco, si fa strada una nuova cultura rispetto all’utilità dei sistemi di ricambio dell’aria, restano comunque molte perplessità. La prima riguarda la modalità con cui si è arrivati per la prima volta a riconoscere l’efficacia della tecnologia in un testo di legge. Le evidenze del ricambio d’aria (naturale o con sistemi di ventilazione) per contrastare non solo la pandemia, ma la presenza di eccessive concentrazioni di VOC e anidride carbonica nei luoghi chiusi (e, per giunta, affollati), sono note alla scienza. Chiara è la presa di posizione da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il nostro Istituto Superiore di Sanità ha redatto linee guida a riguardo ancora prima che scoppiasse la pandemia, facendo anche partire sessioni di formazione specifica per le scuole con il Ministero della Salute (parliamo del 2016). Il fatto che, a discendere da questa conoscenza tecnica, non si sia arrivati a spingere azioni per migliorare l’aria in classe con sistemi naturali o meccanici attraverso una legge completa e integrata, emanata dal Governo e non proposta da una forza politica su sollecitazione di un comitato privato, rappresenta una mancata occasione.

Secondo. Ci pare che permanga molta confusione nella modalità con cui è scritto l’emendamento, che qui riportiamo.

1. Inserimento sanificatori d’aria tra i beni acquistabili con i fondi del decreto sostegni«Art. 13 -bis (Ulteriori disposizioni in materia di prevenzione del contagio da SARS-CoV-2 in ambito scolastico)
. — 1. All’articolo 58, comma 4 -bis , del decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 luglio 2021, n. 106, dopo la lettera f -bis ) è aggiunta la seguente: f -ter ) acquisto di apparecchi di sanificazione, igienizzazione e purificazione dell’aria negli ambienti, provvisti di sistemi di filtraggio delle particelle e di distruzione di microrganismi presenti nell’aria”.
2. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell’istruzione, da adottare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, sono definiti le linee guida sulle specifiche tecniche in merito all’adozione di dispositivi mobili di purificazione e impianti fissi di aerazione di cui al comma 1 e gli standard minimi di qualità dell’aria negli ambienti scolastici e in quelli confinati degli stessi edifici, ai sensi della norma tecnica numero 5.3.12 di cui al decreto del Ministro dei lavori pubblici 18 dicembre 1975, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 29 del 2 febbraio 1976, in relazione al presente quadro epidemiologico e alle conoscenze sulla dinamica dei contagi da virus aerei».

Le tecnologie non possono essere trattate insieme e sovrapposte. Un conto è la purificazione dell’aria già presente all’interno di un ambiente (per mezzo di filtri o di apparecchi per la fotocatalisi e la ionizzazione); altro è l’aerazione di un luogo; altro ancora è il ricambio di aria forzato. Stiamo parlando di azioni diverse, che hanno peraltro non solo funzionamenti, ma anche effetti e obiettivi diversi. Che possono essere combinati, ma mai esattamente sostituiti uno all’altro.

La stessa ventilazione meccanica controllata (in assenza di una progettazione eseguita ad arte degli edifici scolastici, eseguita per garantire i flussi di ricambio d’aria in funzione dell’occupazione degli spazi da parte di docenti e allievi) è una risposta efficace per ridurre la concentrazione di inquinanti anche se va integrata in un approccio olistico al problema. Non ci dilunghiamo qui in ulteriori spiegazioni, ma rimandiamo alla lettura dei diversi articoli pubblicati sul nostro blog e che spiegano la questione. Ultimo in ordine di tempo l’approfondimento che riguarda i risultati del progetto europeo QAES, dove la VMC viene riconosciuta come efficace a confronto con altre misure e tecnologie. 

Infine, una considerazione riguarda i tempi. Ci abbiamo impiegato anni a capire il ruolo della VMC. Ora in 30 giorni si vuole produrre un documento contenente linee guida chiare, funzionali e capaci di discernere, fra le tecnologie sul mercato, quelle davvero compatibili con l’applicazione negli istituti scolastici che hanno caratteristiche ed esigenze peculiari? Forse è bene recuperare quanto già di buono è stato redatto e partire da qui. Per non rischiare di vanificare ancora una volta il lavoro che per anni è stato portato avanti, fra gli altri organismi dallo stesso Istituto Superiore di Sanità.

Ultima nota, al di fuori della sola questione dell’aria. Purtroppo notiamo che manca ancora un approccio serio e competente alla “messa in sicurezza” delle nostre aule con uno sguardo olistico, capace di tenere insieme architettura, uso flessibile degli spazi, sicurezza dal rischio sismico, abbattimento delle barriere e salubrità indoor.