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VMC ammessa nel Superbonus: ma a quali condizioni? Un’analisi critica

Fino a ieri, semplicemente, la questione era stata ignorata e l’inserimento di una VMC o ventilazione meccanica controllata non era incluso fra i lavori coperti da Superbonus 110%

Pubblicato il 20 Maggio, 2021 • di Maria Chiara Voci

Fino a ieri, semplicemente, la questione era stata ignorata e l’inserimento di una VMC o ventilazione meccanica controllata non era incluso fra i lavori coperti da Superbonus 110%. E dire che le difficoltà che stiamo attraversando in questi mesi dovrebbero farci riflettere sull’importanza di ricambiare l’aria in modo costante in ambiente indoor, specie se l’edificio è sottoposto a interventi di isolamento per aumentarne l’efficienza energetica. La situazione è cambiata da quando una Faq dell’Enea (la 16D) ha chiarito che – a determinate condizioni – la VMC può essere considerata come lavoro correlato alla riqualificazione energetica dell’involucro edilizio opaco ed è ammissibile nei limiti di spesa, detrazione e costo specificati già per quest’ultima tipologia d’intervento. Le “determinate condizioni” hanno a che fare con l’impossibilità di correggere i ponti termici che possano essere alla base della formazione di muffe e condense: una condizione che va asseverata da un tecnico.

La previsione, che a prima vista potrebbe essere accolta come positiva da chi opera per la salubrità indoor degli immobili, in realtà contiene diversi punti critici. Anche perché dimostra come il legislatore, ancora una volta, non abbia compreso l’importanza di una corretta ventilazione degli ambienti interni. Soprattutto quando vengono iperisolati. 

Vi proponiamo la nostra lettura critica della norma. Primo fatto grave, in premessa: la VMC viene derubricata a semplice sistema da usare se non si riesce in alcun modo a eliminare il rischio della formazione di muffa. Una condizione a dir poco sminuente: anche perché, soprattutto dopo l’esperienza del Covid, ma a prescindere da questo, una macchina che garantisce la qualità dell’aria dovrebbe essere imposta per legge in tutti gli edifici nuovi e/o ristrutturati. «Oggi viene richiesto di costruire edifici NZEB – commenta Enrico Baschieri architetto, titolare dello studio Ecodesign ed esperto di efficienza energetica e simulazione dinamica – ma poi non si presta attenzione alle condizioni minime perché tali edifici possano funzionare».

In secondo luogo, al di là della premessa, ci sono poi una serie di paradossi in ciò che la norma prevede. E non solo per il modo “bizantino” e poco chiaro con cui è scritta. Siccome la norma UNI EN ISO 13788 prescrive, qualora si realizzino strutture opache per delimitare un volume climatizzato, la necessità di evitare la formazione di muffe e condense, ecco allora che nel caso in cui non sia possibile evitare la formazione di ponti termici alla base di questi fenomeni l’Enea prevede la VMC come ultima ratio. «Tale necessità deve essere asseverata e dimostrata dal professionista e deve rientrare nei medesimi massimali riconosciuti alla voce isolamento – spiega l’architetto Baschieri -. Si tratta di massimali spesso troppo bassi per poter contenere tutti gli interventi necessari a garantire un buon intervento di coibentazione. Tanto più in presenza dell’aumento dei costi dei materiali a cui stiamo assistendo in queste settimane».

Non solo. La Faq Enea prevede anche che, non potendo corregge entro i limiti di legge un ponte termico, venga eseguita una doppia verifica al fine di dimostrare che anche in presenza di ventilazione naturale vi sia formazione della muffa e che solo con una ventilazione meccanica essa possa essere evitata. «E’ chiaro che questa prescrizione è stata scritta da chi non opera nella prassi professionale precisa Baschieri -, perché i software per le verifiche energetiche che calcolano il contributo della ventilazione utilizzano algoritmi validi per componenti piani a facce parallele che non sono validi per il calcolo dei nodi di ponte termico, che vengono eseguiti con software diversi basati sul calcolo agli elementi finiti. Per eseguire una valutazione come quella proposta occorrerebbe eseguire delle verifiche di tipo dinamico su modelli tridimensionali dell’edificio. Di fatto, le verifiche ipotizzate da questa Faq sono irrealizzabili».