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Health Academy: respirare in casa l’aria di un bosco

Estratto dall’intervento di Simone Gualandi, progettista termotecnico e socio di Biosafe. Offerto da Sanixair.

Pubblicato il 22 Maggio, 2022 • di Angelica Salerno

Sempre di più ci stiamo rendendo conto di quanto sia importante la sanificazione costante dell’aria che respiriamo, che contiene un’elevatissima quantità di agenti patogeni e virus. La ventilazione naturale – effettuata aprendo le finestre ad intervalli di tempo regolari – non è sufficiente. Innanzitutto è utopistico pensare di poterla effettuare costantemente giorno e notte, e in secondo luogo questa pratica non permette la sanificazione completa delle superfici e degli arredi.

I meccanismi di ricambio d’aria devono quindi prevedere il connubio tra processi di sanificazione passiva e attiva, effettuata attraverso impianti di ventilazione che permettono di controllarne il processo. Questi macchinari devono la loro efficacia a processi chimici come la ionizzazione attiva o la ionizzazione al plasma freddo. In cosa consistono? Una fonte di energia – solare, elettrica – colpisce gli elettroni, facendoli muovere: si crea così uno ione negativo, dotato di un elettrone in eccesso, e uno ione positivo, con un elettrone in meno. In questo modo si distrugge la struttura proteica di virus e batteri, rendendoli di fatto innocui, e si ossidano i composti organici volatili nell’aria (VOC). Un altro processo chimico frequentemente utilizzato è quello della fotocatalisi, che sfrutta l’azione di un catalizzatore – ad esempio il biossido di titanio – che attiva la reazione quando si combina con l’irraggiamento di una frazione specifica della luce, tra cui le onde ultraviolette. Anche questa reazione, che avviene sulla membrana lipoproteica degli agenti patogeni, è in grado di disattivarli. La fotocatalisi genera infine acqua ossigenata: essa, disperdendosi impercettibilmente a ciclo continuo nell’ambiente, sanifica le superfici.