Approfondimenti

Progettare bene per avere l’aria pulita in classe… così come in casa!

Il ricambio e la salubrità dell’aria in un ambiente confinato? Nelle scuole, così come in un qualsiasi edificio, dipende dalla qualità della progettazione. L’architettura è il pre-requisito per garantire la corretta ventilazione degli spazi indoor.

Pubblicato il 7 Febbraio, 2022 • di Maria Chiara Voci

Dietmar Feichtinger, fondatore di Dietmar Feichtinger Architectes, studio internazionale con sede a Parigi e succursale in Austria, non ha dubbi. Tutto parte dalla corretta impostazione di un progetto. Ma qual è il segreto per non commettere errori?

«Il segreto è l’approccio con cui si fa architettura» considera, rispondendo a questo interrogativo, Dietmar Feichtinger. «Troppo spesso le scelte formali iniziali di un progetto finiscono per non corrispondere agli obiettivi da raggiungere. Con la conseguenza che occorre poi inventarsi in itinere soluzioni per correggere la situazione. Al contrario, la chiave del successo è procedere con un approccio integrato step by step, a partire dalla fase iniziale. Di fronte a ogni nuova costruzione, occorre comprendere le esigenze specifiche della committenza in rapporto alle possibilità dettate da fattori come il luogo, il budget, etc. e rispondere grazie al lavoro di un team multidisciplinare». L’architettura di qualità è, insomma, il risultato di un lavoro a più mani. Come dimostrano i casi pratici di edifici realizzati presentati da Dietmar Feichtinger.

«La progettazione deve mettere al centro prima di tutto gli abitanti – prosegue il progettista -. Quanto ricambio di aria deve esserci in un ambiente? Dipende dal numero di persone che devono lo devono popolare». Se l’immobile è ubicato in una zona trafficata, dove la qualità dell’aria non è ottimale, è tanto più importante prestare attenzione all’orientamento delle facciate. «Creare un sistema di cortili interni – spiega Dietmar Feichtinger – senza affaccio diretto sulle arterie viabili, è una scelta che si compie con l’architettura». Altro aspetto peculiare è la scelta dei materiali: basso emissivi e il più possibile “semplici”, lasciati a vista, più facili anche da “separare” nel caso di demolizioni di un edificio.

Per ciò che riguarda la qualità dell’aria, dalla Francia all’Austria, i casi raccontati dall’architetto usano tutti sistemi di ventilazione naturale meccanizzata, dove la tecnologia interviene non per forzare il ricambio d’aria, ma solo per misurare il superamento dei limiti di Co2 e provvedere all’apertura e chiusura automatica delle finestre garantendo aria pulita. «Infine – conclude l’architetto – spesso abbiamo optato per lasciare a vista gli impianti, in genere nascosti nei controsoffitti. Con un doppio obiettivo. Di facilitare la manutenzione degli stessi e di educare le persone a comprendere come “vive” un edificio». Soprattutto quando si progetta una scuola, l’apprendimento passa anche dall’osservazione delle pareti e del soffitto di una classe. Educare gli utilizzatori di una struttura a capirne il funzionamento è uno dei presupposti del vivere in salubrità.

Link al progetto qui

LE CASE HISTORY

Project 469

Project 465

Project 500

Project 391