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Salubrità indoor nelle scuole: la soluzione c’è!

Nelle Marche, a settembre, è previsto il rientro in aule scolastiche dotate di ventilazione meccanica controllata

Pubblicato il 29 Luglio, 2021 • di Redazione

170 scuole, 1500 aule, 24 mila studenti, 87 comuni, 5 province. Sono questi i dati che interessano l’opera di installazione di impianti VMC all’interno delle classi, nella Regione Marche, come segnala anche Il Sole 24 Ore. La ventilazione meccanica controllata garantisce un corretto ricambio dell’aria negli ambienti indoor, così da diminuire in modo sensibile il rischio di contrarre malattie al chiuso, incluso il Covid.

Le Marche, dunque, si propongono come apripista in Italia di questa evoluzione, dando perciò molta importanza anche all’innovazione come strumento per garantire la salute delle persone. «La didattica a distanza ha penalizzato moltissimo i nostri studenti nel corso degli ultimi due anni – ha dichiarato infatti l’assessore con delega all’Edilizia Scolastica, Francesco Baldelli -. Al di là dei vaccini, occorre usare bene tutte le possibilità che la tecnologia ci offre per permettere lo svolgimento delle lezioni in presenza, anche quando la stagione invernale ci riporterà al chiuso dei nostri edifici».

E lo scorso giovedì, 22 luglio, a Palazzo Li Madou, ad Ancona, si è svolto un seminario di approfondimento sul tema, in cui è stata descritta questa esperienza e cui noi di HHH abbiamo partecipato, come moderatori.

In occasione dell’evento, il professor Marcello D’Errico, docente di Igiene generale e applicata presso il Dipartimento di Scienze Biomediche e Sanità Pubblica dell’Università Politecnica delle Marche, ha precisato: «In un’aula di 50 mq con 25 allievi presenti si è stimato che un’insegnante infetta facendo lezione per due ore trasmette il virus in condizioni normali ad almeno 12 allievi, la metà della classe. Con l’apertura delle finestre, la contagiosità scende a 4 allievi. Ma con un sistema di ventilazione meccanica controllata si passa a 0,4».

Subito dopo, c’è anche stato spazio per spiegare il motivo per cui un impianto di VMC sia più efficace rispetto alla semplice areazione. «I sistemi di ricambio forzato – ha chiarito il professor Costanzo Di Perna, docente di Fisica ambientale dell’Università Politecnica delle Marche – lavorano con flussi d’aria comandati e controllabili, a differenza di quanto accade aprendo le finestre. In questo secondo caso è impossibile prestabilire le condizioni di ventilazione e temperatura che cambiano da un giorno all’altro e non si ha certezza che la portata sia sufficiente a ripulire ciò che respiriamo e che ciò avvenga in tutto il volume occupato. Inoltre, d’inverno i sistemi di VMC con recuperatore di calore consentono di risparmiare abbattendo l’impatto dei costi energetici di funzionamento del sistema. L’abbinamento con il filtraggio, infine, pulisce il plasma in ingresso e in uscita e costituisce un supporto fondamentale».

I vantaggi che derivano, quindi, dall’installazione di queste tecnologie, per generare un ambiente più sano, non sono solo strettamente correlati all’epidemia da Coronavirus, ma riguardano anche altre malattie respiratorie, fra cui l’asma – che interessa molto i giovani – e la capacità di concentrazione, tanto quanto il livello di attenzione e la produttività del singolo.

L’attività delle Marche è di degna nota anche per i tempi ristretti in cui è stata realizzata, pochi mesi, e ci auguriamo possa definire un modello da esportare in tutto il resto del territorio nazionale.