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Scuola: a settembre l’aria in classe è cambiata?

Linee Guida, indicazioni strategiche anti-pandemia e decreto CAM: fra luglio e agosto, almeno sulla carta, l’aria in classe è “migliorata”, grazie alla pubblicazione di diverse normative, attese da tempo. Nella realtà, tuttavia, la campanella ha ricominciato a squillare e nella maggior parte degli istituti scolastici l’esigenza di ricambiare aria in classe si tradurrà nella ciclica apertura delle finestre durante le lezioni: un’azione che, oltre a non essere sufficiente per garantire un reale ricircolo (come è stato più volte dimostrato dalle compagne di misurazione sul campo), in inverno impatta in modo negativo sul comfort degli ambienti e sul bilancio energetico delle scuole. Mai come quest’anno… con la crisi energetica alle porte.

Pubblicato il 18 Settembre, 2022 • di Maria Chiara Voci

L’Organizzazione mondiale della sanità ha stabilito come il ricambio dell’aria ottimale in uno spazio indoor corrisponda a 10 L/secondo/persona: nel caso di un’aula scolastica contenente 25 alunni questo valore si traduce in portate d’aria di circa 800-1.000 m3/h (a seconda del volume e dell’altezza dell’aula).

Un limite che è stato finalmente riconosciuto nel complesso di documenti che, nel mese di agosto, hanno visto la luce in Italia. Le basi per un cambio di rotta ci sono. Tuttavia, dal dire al fare…

Quali sono i documenti pubblicati?

LE LINEE GUIDA E LE INDICAZIONI STRATEGICHE PER PREVENIRE LA PANDEMIA

A fine luglio sono state pubblicate (DPCM 26 luglio 2022) le tanto attese Linee Guida stilate dall’Istituto Superiore di Sanità che definiscono le specifiche tecniche per l’adozione di dispositivi mobili di purificazione e impianti fissi di aerazione nelle scuole. A queste si aggiunge un documento di indicazioni strategiche sulla mitigazione delle infezioni da SARS-CoV-2 nelle scuole per l’anno scolastico in corso, elaborato sempre dall’ISS con i ministeri della Salute e dell’Istruzione e la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. Il maggior risultato contenuto in questi documenti è l’essere riusciti a fissare un’indicazione chiara sulla quantità di ricambio d’aria necessaria per garantire una condizione di salubrità (riportando i 10 litri/secondo/persona definiti dall’OMS). Tuttavia, le Linee guida non prendono posizione netta sul raffronto di efficacia fra uso della VMC e apertura delle finestre o impiego di dispositivi per la purificazione dell’aria (con ionizzazione e fotocatalisi). Inoltre, le Linee non definiscono valori limite di accettabilità per la qualità dell’aria, non danno indicazioni di confronto fra le soluzioni sotto l’aspetto del comfort e del consumo di energia e non definiscono responsabilità e compiti di implementazione e verifica delle soluzioni. Non a caso, è recente la presa di posizione (molto, molto critica) da parte della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.

I CAM

Agosto è stato il mese di pubblicazione di altri due documenti che, pur non riferiti allo specifico ambito scolastico, avranno però un impatto diretto sulla diffusione della VMC nelle scuole. Il primo e più rilevante è il Decreto 23 giugno 2022, che detta i nuovi Criteri ambientali minimi per la progettazione e realizzazione degli edifici pubblici, che si sostituisce alla versione del 2017. Qui la ventilazione meccanica controllata viene esplicitamente imposta come soluzione, in tutti gli edifici pubblici di nuova costruzione e alle ristrutturazioni (quindi nelle nuove scuole), per garantire il rispetto dei requisiti sulla qualità dell’aria. In aggiunta questa disposizione, la Nota tecnica ad Interim sul monitoraggio della CO2 per la prevenzione e gestione negli ambienti indoor in relazione alla trasmissione dell’infezione da virus SARS-CoV-2 specifica come misurare questo indicatore sia una strategia vincente per ricambiare l’aria nel modo corretto.

FINANZIAMENTI E RICERCA

Mentre la situazione normativa evolve, sono diverse le iniziative (partite spesso come sperimentali) per la diffusione della ventilazione meccanica in classe. Sull’esempio della Regione Marche (che per prima nel 2021 ha finanziato l’installazione in diversi istituti di impianti di VMC), altre amministrazioni regionali quali la Provincia di Bolzano, l’Abruzzo, il Veneto o il Friuli Venezia Giulia si stanno muovendo con progetti e bandi per agevolare le scuole e supportare iniziative di ricerca, anche sostenute dal PNRR. Gli istituti scolastici, in alcuni casi, hanno agito individualmente per installare VMC a valere su fondi distribuiti dal Decreto Sostegni. Nel complesso la pandemia ha sollevato il tema della qualità dell’aria in classe e ha permesso l’avvio di una riflessione che ha ricadute importanti non sono per la prevenzione in tempi di Covid, ma per un miglioramento di ciò che respirano studenti e professori con impatti diretti sulle condizioni di salute, sull’apprendimento e sulla produttività.